Iniziamo precisando una cosa: l’ananas non è proprio un frutto, è un’infruttescenza: da ognuna delle sue infiorescenze composte da fiori blu a tre petali, inseriti nel fusto con brattee rosa (molto belle) matura un frutto carnoso – piccolo – che maturando si accresce e si riunisce agli altri formando poi il tipico ananas che conosciamo, sormontato dal tipico ciuffo di foglie verde scuro, segnato all’esterno da placche poligonali unite tra loro definite “occhi”.
La pianta fiorisce una sola volta, i frutti raccolti a mano con enormi difficoltà visto le foglie spinosissime e taglienti e la calura. L’ananas – infruttescenza dell’Ananas sativus Schult. f. anche nota come Ananas comosus, originaria del Sud America – rappresenta un ottimo alleato per curare il benessere e proteggere la salute a partire dalla tavola. Rappresenta un rimedio naturale efficace grazie al suo contenuto di bromelina, un enzima ad azione proteolitica dotato di interessanti proprietà antinfiammatorie su i tessuti molli, analgesiche ed antiedematose e capace di favorire la digestione degli alimenti proteici. Rappresenta un valido alleato quindi sia nel contrastare i problemi digestivi legati ad una carenza enzimatica gastrica che nella lotta alla cellulite grazie alla sua azione al tempo stesso antinfiammatoria e diuretica. Per uso topico, la bromelina viene utilizzata nel trattamento di ulcere ed ustioni.
Le varietà di Ananas sono un centinaio e si differenziano per grandezza e forma del frutto, per il gusto più o meno acido e per le foglie, che possono essere spinose oppure no. La varietà migliore di ananas in commercio in Italia è quella denominata “baby”, costituita da frutti di piccole dimensioni, dal sapore intenso e straordinariamente dolce.
Esaminiamolo un po’ da un punto di vista nutrizionale: possiede un discreto patrimonio di vitamine (A,B,C) e una quantità di acido citrico paragonabile a quella dei limoni o delle arance. Il vantaggio dell’ananas sta nella sua “corazza” esterna che consente un’ottima conservazione dei nutrienti anche per periodi prolungati. Contiene circa il 90% di acqua ed è ricco di zuccheri, fibre e minerali (soprattutto potassio). Le calorie fornite sono circa 40 ogni 100 grammi di ananas fresco: quello in scatola viene addizionato di zucchero per favorirne la conservazione e risulta quindi più calorico.Grazie alla presenza tra i suoi principi attivi di “acidi organici” quali l’acido citrico, magico e ossalico, l’ananas favorisce la diuresi e l’eliminazione del sodio e dei liquidi in eccesso presenti nei tessuti sottocutanei, portando complessivamente ad favorire il drenaggio dei liquidi dall’organismo. Ma non si limita a questo: minimizza la stasi venosa, migliora la circolazione locale modulando la coagulazione (az. antiaggregante piastrinica), riduce l’edema e ripristina la struttura e la fisiologica funzionalità dei tessuti, apportando una maggiore elasticità e conicità della pelle, migliorando gli eventuali inestetismi presenti. Rappresenta infatti un rimedio naturale ben noto per la sua efficacia sulla cellulite legata all’associazione della sua azione antinfiammatoria a quella diuretica ed antiedematosa.
L’ananas trova impiego anche nel trattamento dei processi infiammatori, come in caso di traumi muscolari ed articolari, tumefazioni post-operatorie e post traumatiche acute, insufficienza venosa, ma anche – grazie alla sua azione proteolitica – che lo rende capace di capace di frammentare le proteine presenti negli alimenti in aminoacidi, rendendole più facilmente digeribili – migliora la digestione soprattutto in presenza di carenze enzimatiche gastriche o pancreatiche, di alimenti come la carne o il pesce. La presenza di vitamina C aiuta ad assorbire naturalmente il ferro dagli alimenti, mentre per la ricchezza di fibre può essere un valido supporto da inserire nella dieta (ad es.100gr fresco al dì – 2 fette al giorno) in caso di stitichezza.
Attenzione però: l’ananas o i suoi preparati potrebbero essere poco tollerati in presenza di ulcera peptica attiva, ma sono anche controindicati – se usati a scopo terapeutico – nei soggetti in trattamento con anticoagulanti (anche aspirina e fluidificanti del sangue) a causa della loro – seppur moderata – attività antiaggregante piastrina che potrebbe aumentare il rischio di emorragie. L’uso di bromelina a scopo terapeutico – non dell’ananas – dovrebbe essere evitato nei soggetti con patologie epatiche e renali, in presenza di disordini della coagulazione, emofilia, anche durante la gravidanza e l’allattamento al seno.
Il maggior responsabile delle benefiche qualità dell’ananas è la bromelina: un enzima proteolitico, in grado di ridurre le proteine in semplici amminoacidi, isolato per la prima volta dal gambo e solo in seguito rinvenuto anche dal frutto.
Quando parliamo di bromelina ci riferiamo ad un insieme di enzimi – dotati di attività proteolitica – estratti dalla polpa, ma soprattutto dal gambo d’ananas. Trae il nome dalla famiglia botanica cui appartiene l’ananas, quella delle bromeliaceae. Oltre che per gli effetti digestivi la bromelina esercita livello generale diversi effetti curativi, possiede infatti attività antinfiammatorie, antiossidanti, antiedemigene, antitrombotiche, anticoagulanti.
Viene utilizzata soprattutto in forma di compresse e capsule, per facilitare il processo digestivo, per favorire la ripresa da traumi sportivi (contusioni, contratture, strappi, stiramenti), controllare il decorso di malattie croniche come l’artrite reumatoide, ridurre gli stati infiammatori e l’edema. Risulta utile in caso di rinite, artrite reumatoide ed altre patologie infiammatorie, flebite, vene varicose,cellulite. La bromelina sarebbe anche un buon mucolitico, utile nei disturbi delle vie respiratorie: migliora la funzionalità polmonare, fluidifica e riduce le secrezioni bronchiali. Può tornare utile, ovviamente dietro consiglio medico, in caso di asma e sinusite. Ma la bromelina è anche un’alleata delle donne in quanto utile – per la probabile azione rilassante sulla muscolatura liscia – in caso di dolori legati al ciclo mestruale. Sarebbe in grado di favorire il metabolismo dei grassi e le sue fibre sono capaci di contrastare l’assorbimento dei lipidi a livello intestinale: Viene quindi utilizzato anche in caso di regime alimentare ristretto a scopo dimagrante. Per via locale, quindi applicata sulla pelle, favorisce i processi di cicatrizzazione e la riduzione del dolore delle ferite, risultando utile anche in caso di ustione.
Da un punto di vista curativo, gli estratti a base di ananas e bromelina vanno utilizzati di preferenza a stomaco vuoto – tranne quando se ne vogliono sfruttare gli effetti dimagranti o digestivi, in tal caso infatti l’assunzione deve avvenire subito dopo il pasto, oppure 15-20 minuti prima – attenendosi al dosaggio indicato dall’azienda produttrice – non tutti gli estratti hanno la stessa concentrazione. In linea di massima si consiglia l’assunzione di 500-4000 GDU (gelatin digestion unit), ossia di 250 -2.000 mg di bromelina, da dividere in 2-3 assunzioni giornaliere. Ricordiamo che: l’ananas è meglio consumarlo fresco. Qualsiasi tipo di conservazione sul lungo periodo tende progressivamente ad impoverire in termini nutrizionali, si tratta di quello che viene definito “invecchiamento alimentare” che colpisce soprattutto il contenuto di vitamina C del frutto, ma anche quello di bromelina. Per non parlare poi dell’aggiunta di zuccheri – legata ad una migliore conservazione – che finisce inevitabilmente per far impennare l’apporto calorico del frutto.
Le proprietà benefiche dell’ananas perdono efficacia nel momento della cottura: tutto quello che abbiamo detto finora vale quindi solo per il frutto fresco o per i suoi estratti. Seppure ottimo in forma di risotto o in abbinamento al pollo in versione agrodolce, è consigliabile consumarlo in forma di antipasto, magari insieme al prosciutto o in insalata
a tocchetti. La forma sciroppata fornisce 60-70 Kcal per 100 grammi – mentre per il fresco le calorie sono solo 40, praticamente quasi la metà. Il frutto del’ananas, oltre a essere consumato fresco da solo o in macedonia, viene utilizzato in cucina come ingrediente per preparare dolci o gelati, ma anche per dare un tocco esotico a ricette di carne o pesce.
Come si fa a scegliere un buon ananas?
Prima di tutto ci dobbiamo fidare del nostro naso: l’odore deve essere dolce ed intenso. Dobbiamo poi esaminare le foglie, che devono essere di un verde brillante, rigide e ben appuntite. Osserviamo poi la linea di demarcazione tra le varie placche o “occhi”: se è verde il frutto è acerbo, se è giallo-arancione è pronto da consumare, se è marrone è troppo maturo. L’ananas non matura dopo la raccolta: è importante quindi scegliere il frutto al giusto punto di maturazione.
L’ananas tende a scurirsi facilmente una volta tagliato e sbucciato, come conservarlo al meglio? E quanti giorni, può rimanere nel nostro frigorifero? E si può anche surgelarlo?
L’ananas si conserva, intero, a temperatura ambiente. Una volta aperto lo si può conservare in frigo per al massimo 1-2 giorni. Le fette possono essere conservate in una ciotola coperta da pellicola da cucina in frigorifero. Se abbiamo comprato troppo ananas e temiamo che possa rovinarsi lo si può tagliare a pezzettini, disporlo su una piccola teglia sopra un foglio di carta forno e metterlo nel congelatore per tutta la notte. Si procede poi a infilare i pezzetti ghiacciati di frutta in un sacchetto per congelare ed il gioco è fatto: è pronto per essere consumato lasciandolo semplicemente per un paio d’ore fuori dal congelatore, oppure per essere utilizzato in forma di frullato. ottima alternativa la gelato nella stagione calda.
Prepariamo la maschera ”fai-da-te” antiage per il viso:
A partire dalla polpa di ananas possiamo preparare una maschera illuminante per il viso, da realizzare una volta ogni 15 giorni, che sfrutta il potere esfoliante e quindi capace di rinnovare il turnover cutaneo del frutto. Si frullano 50 gr di polpa, che andrà versata in una terrina ed amalgamata con 2 cucchiai di amido di riso o di mais. Si applica sul viso e si lascia in posa per 10 minuti. Può essere utile coprire la pappina spalmata sul viso con una compresa di garza di cotone che mantiene la maschera al suo posto. Una volta rimossa la maschera è bene applicare la propria crema.
Non gettiamo via il “ciuffo” verde dell’ananas
Nel pulire il nostro ananas, ruotiamo il gambo per staccarlo dal nostro ananas, non usiamo il coltello, puliamo poi la parte delle foglie (circa per 6-7 cm) alla base per evitare marciumi. Prendiamo un vaso non troppo grande, sul fondo argilla espansa per assicurare il drenaggio, coprire con uno strato sottile di terra. Si infila con delicatezza nel terreno il gambo di ananas e si continua a ricoprire la base del fusto con la terra – senza ricoprire le foglie che abbiamo lasciato. Si mette in posizione luminosa, non al sole diretto, annaffiando periodicamente senza bagnare le foglie ma tenendo umido il terreno. Sarebbe opportuno farlo a primavera, ma possiamo tenerlo in veranda o al riparo sul pianerottolo anche nei mesi più freddi. Si ottiene una bella pianta che poi possiamo tenere anche in appartamento lontano dalla effondi di calore.
…e neanche il suo “cuore” legnoso
a causa della sua consistenza fibrosa, viene di prassi eliminato quando si pulisce il frutto. In Oriente viene utilizzato per la fabbricazione di stoffe e cordami: nelle Filippine in particolare, la fibra ottenuta riesce lunga, sottilissima, tenace, lucida come seta, materia prima pregiata per realizzare tessuti leggeri quanto una batista di lino.
Invece di scartarlo, faremmo comunque bene a mangiarlo, masticandolo un po’ più accuratamente, perché è proprio lì che si nasconde la maggior quota di bromelina.
Stefania La Badessa, nota sul web con il nome del suo alter-ego Fitogirl, è una farmacista calabrese, scrittrice, pubblicista, esperta di piante medicinali e medicine complementari – note fino a qualche tempo fa come “alternative” e più recentemente definite “integrate” – che poi è una definizione generica per racchiudere tutte le varie tipologie di cura naturali, dall’omeopatia all’ayurveda, dall’agopuntura al reiki.
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