Myrtus communis. Il mirto é la pianta della femminilità primigenia. Sono innumerevoli i miti che lo associano a grandi madri, guerriere e amazzoni. In Grecia era consacrato ad Artemide ma non come semplice simulacro, bensì come incarnazione o meglio, materializzazione dello spirito divino.

Gli Idoli intagliati in mirto, si dice potessero germogliare, dimostrando l’intercessione e quindi l’esistenza stessa della divinità .

In epoca romana divenne simbolo di Venere e con lei della bellezza, dell’amore e della pace imbelle ed è in quest’ultima declinazione che se ne incoronavano i generali vincitori di guerre incruente e gli Arconti, i giudici supremi del collegio dei magistrati di Atene.

Più tardi assunse anche un connotato infero divenendo un viatico mortuale. Questa dicotomia non deve stupire perché é nella morte serena che si raggiunge la pace.

È un arbusto sempreverde che fiorisce in primavera e spesso rifiorisce in autunno e produce bacche viola o blu o anche raramente bianche dall’intenso odore aromatico; il suo nome, Myrtus, ha in effetti una radice comune con la parola greca per piacevole profumo.

Si utilizza per produrre un famoso liquore per infusione ed è apprezzato come aroma per le carni ma possiede anche pregiate caratteristiche medicamentose. Se ne ricavava , per distillazione, un’acqua aromatica preziosa contro le gengiviti e le contusioni, con spiccate proprietà diuretiche ed utilizzata in profumeria e cosmetica per la preparazione di balsami e saponi.

Il liquore di mirto ha oggi una fortuna commerciale, nata negli anni 90 del secolo scorso, mai vista in precedenza, che ha portato a studi sistematici sulla sua coltivazione, anche perché la macchia mediterranea, suo habitat naturale, stava cominciando a subire una “pressione d’uso” insostenibile.

Si é quindi cominciato a selezionare varietà che potessero comodamente essere coltivate a scopo industriale ed ora la coltura del Mirto sta diventando, specie nel sassarese, un buon investimento con rese per ettaro paragonabili ad altre colture storiche.
Il mirto è molto bottinato dalle api per il suo polline ma non produce nettare e quindi non é possibile ricavarne miele.

É curioso come la filogenesi delle Myrtacee prenda come riferimento primario il mirto, unica specie di questa famiglia presente da noi. Le Myrtacee sono invece cosmopolite e comprendono generi importantissimi come gli eucalipti e i chiodi di garofano e questo dimostra come la moderna classificazione botanica sia Eurocentrica anche al di la di ogni ragionevolezza.

 

Dott. Massimo Luciani

Massimo Luciani

Massimo Luciani

Se possiedi 2 monete con la prima compra del pane perché tu possa sopravvivere. Con la seconda, un fiore perché valga la pena farlo.
Sono perito chimico-biologico ed ho conseguito 2 titoli universitari in tutela dell’ambiente e gestione dell’agroecosistema. Oggi mi occupo di monitoraggio ambientale in campo industriale ma ho sempre coltivato con passione la cura dello studio naturalistico. Gestisco un blog con qualche migliaio di utenti che si prefigge lo scopo di esplorare l’interazione uomo natura affinché sempre più persone possano porre attenzione allo stupefacente, improbabile, eccezionale luogo in cui tutti noi viviamo; il pianeta Terra.