Grande partecipazione ieri sera, sabato 12 novembre, in occasione del seminario di fitoterapia su “le erbe della salute sul balcone” tenutosi presso la sede vibonese dell’Ente Nazionale Sordi. Per me è stata un’esperienza umana oltre che professionale particolarmente ricca di soddisfazione e spunti di riflessione.

La loro richiesta di qualche settimana fa, di tenere questo seminario mi aveva colta di sorpresa, ma mi aveva anche un po’ intimorito: starete pensando che un tipino chiacchierone come me, che parla incessantemente di piante medicinali facendole diventare una realtà quotidiana, che non si formalizza neanche davanti alla telecamera della Rai…difficilmente può farsi condizionare dal dover parlare in pubblico. E invece questa volta non è stato così. Si, perché la mia presunta capacità oratoria, l’ impetuoso fiume di parole che caratterizza solitamente le mie “chiacchiere fitoterapiche”, non potevano raggiungere le orecchie e quindi l’attenzione di chi mi avrebbe ascoltato. Mi sarei ritrovata davanti un pubblico particolare, caratterizzato da quello che viene definito “problema invisibile”: la sordità. Invisibile perché si tratta di una problematica non rilevabile al primo sguardo.
Ragionare su come arrivare alla loro attenzione, ma soprattutto al loro cuore, mi ha fatto capire che – da persone “normo-dotate”, che usufruiscono di tutti i sensi per relazionarsi con il mondo che le circonda – può essere difficile riuscire ad immedesimarsi in chi non può mai udire un suono…proprio mai. La persona sorda vive in un mondo di assoluto silenzio: memoria visiva, espressioni facciali, gestualità, odori, rappresentano i molti tasselli utili per costruire una “memoria” di sensazioni che consente di trovare un punto di contatto con la realtà quotidiana.
L’unica analogia che mi è venuta in mente, affrontando l’argomento con i miei figli, è quella di osservare le immagini sul monitor di un televisore cui viene tolto l’audio…Inevitabilmente ti senti tagliato fuori dal mondo: non puoi ascoltare la radio, la musica, il notiziario, uno spettacolo a teatro, un programma televisivo e soprattutto vivi quotidianamente il disagio di doverti sforzare di comunicare con coloro che ti circondano. Persino chiedere un’informazione ad uno sportello postale o pagare il ticket per una visita medica diventa un’impresa titanica, soprattutto se ti trovi a Vibo Valentia, in Calabria.
Come parlare di fitoterapia, cure naturali, piante medicinali a chi non può sentirti? L’impresa è riuscita …anzi oserei dire riuscitissima – grazie alla presenza di Chiara Grillo, collega farmacista ed interprete nella lingua dei segni, che si è prestata a fare da “interfaccia” tra me ed il folto pubblico intervenuto al seminario.
Dopo qualche istante di esitazione da parte mia, che non avevo mai vissuto un’esperienza del genere, e di “sincronizzazione” tra i due linguaggi, il seminario ha preso vita: raramente mi è capitato di trovarmi davanti una platea così attenta e partecipe.
La cinquantina di persone presenti che, nonostante il brutto tempo, ci hanno raggiunto anche da Catanzaro e Cosenza, ha seguito con entusiasmo la relazione – supportata da brochure create ad hoc da me per l’occasione e dalla proiezione di slides esplicative che riportavano immagini delle piante e proprietà curative – facendo poi una valanga di domande una più interessante e mirata dell’altra. Sembrava quasi fossero capaci di leggermi nel pensiero…chiedendo spiegazioni su argomenti sui quali avevo volutamente sorvolato per non rendere la relazione troppo pesante e difficile da rendere nel linguaggio dei segni. Lavorando insieme a Chiara è stato possibile rispondere a tutti…dalla domanda più semplice sull’ortica, a quella apparentemente più complicata relativa alle differenze tra farmaco e fitofarmaco, sul perché i principi attivi delle piante sono meno dannosi per l’uomo.
Hanno fatto da cornice “verde” – con i loro colori vivaci ed il loro aroma accattivante – le tante piantine aromatiche predisposte in loco dall’associazione. Immancabili, ovviamente, le mie tisane calde – che ormai mi seguono sempre per dare un “assaggio” della bontà delle piante medicinali, che hanno accompagnato, con il loro calore, la relazione.
Grande la gioia nel “gustare” i loro applausi silenziosi, fatti di volti sorridenti e mani svolazzanti in aria per la felicità. Credo di poter dire che l’incontro è stato alla fine uno scambio reciproco, abbiamo appreso gli uni dagli altri: grazie al loro invito ho avuto modo di comprendere come queste persone effettivamente siano diverse dalla norma…diversi si, ma semplicemente perché definirli “normali” è riduttivo. L’unico, vero, sincero aggettivo che mi viene in mente per definire tutti loro è “super” alias “straordinarie”, splendide persone dotate di quella che potremmo definire “marcia in più”. Sono lieta di aver avuto l’opportunità di “PARLARE” con loro, raccontare la bellezza dei doni della natura, perché alla fine…quando ci si mette il cuore si riesce anche a superare qualsiasi difficoltà, qualsiasi limite.

Stefania La Badessa

Stefania La Badessa

Stefania La Badessa, nota sul web con il nome del suo alter-ego Fitogirl, è una farmacista calabrese, scrittrice, pubblicista, esperta di piante medicinali e medicine complementari – note fino a qualche tempo fa come “alternative” e più recentemente definite “integrate” – che poi è una definizione generica per racchiudere tutte le varie tipologie di cura naturali, dall’omeopatia all’ayurveda, dall’agopuntura al reiki.