Soprannominata durante il Rinascimento come  “omnimorbia” ossia “rimedio per tutti i mali”, la Malva divenne poi – secondo tradizioni popolari ottocentesche – simbolo dell’amore materno e della mansuetudine, sentimenti che ben corrispondono alle sue proprietà medicinali, ma anche alla sorprendente forma dei suoi petali: ogni corolla è composta da 5 petali sfumati di colore violaceo ognuno dei quali richiama l’attenzione per la sua sagoma cuoriforme. Se ne osservate una per strada, fermatevi ad ammirare la straordinaria bellezza dei fiori di questa pianta stupefacente nella sua semplicità.
Apprezzata sin dai tempi più antichi (700 a.C.) per le sue proprietà curative e per quelle alimentari, la malva veniva utilizzata come cibo semplice e povero in tempo di carestia ed era una pianta ben nota in epoca romana: veniva infatti utilizzata per neutralizzare gli effetti dell’abuso di alcol e cibo durante i lunghi banchetti.
Proprio alla più importante delle sue proprietà, quella emolliente, fa riferimento il termine greco “malakos” ossia “molle” che ha dato origine al nome della pianta, mentre l’aggettivo latino “sylvestris” fa riferimento al suo habitat naturale, ossia “delle selve”.
La pianta
Secondo le caratteristiche climatiche questa pianta si comporta da biennale o da perenne: può ergersi a formare piccoli cespugli o svilupparsi in larghezza rasente al terreno. Le sue foglie, lungamente picciolate sono ricoperte da sottile peluria, larghe e tondeggianti, suddivise in tre o cinque lobi triangolari. I fiori, dal bel colore rosa violaceo, spuntano da aprile ad ottobre a livello dell’ascella delle foglie ed hanno 5 “petali” (più precisamente sepali) a forma di cuore allungato, caratterizzati da striature di colore viola scuro.  Si utilizzano della pianta soprattutto foglie e fiori, ricchi di mucillagini, vitamine, sali minerali, pectina, antociani (malvina) e tannini.
A cosa serve…
Grazie al notevole contenuto di mucillagini questa pianta è un ottimo rimedio emolliente ed addolcente, ideale per lenire e proteggere la pelle e le mucose, sia per via interna che per via esterna:

  • nei disturbi dell’apparato respiratorio: i fiori di malva possiedono attività espettorante ed antinfiammatoria, utile per calmare la tosse ed e favorire l’eliminazione dell’eventuale catarro. Viene consigliata come coadiuvante in caso di raffreddore, stati influenzali, bronchiti, faringiti e laringiti.
  • per attenuare gastrite e colite: per le sue proprietà antispasmodiche ed emollienti può essere utilizzata nelle trattamento coadiuvante di ulcere gastriche e coliti perché riduce la sensazione di bruciore che spesso accompagna queste patologie e attenua l’infiammazione della mucosa gastrointestinale.
  • contro la stitichezza: la malva esplica azione lassativa grazie alle sue mucillagini, che a contatto con liquidi tendono e rigonfiarsi formando masse viscose, capaci di rendere più morbide le feci e di stimolare i movimenti dell’intestino che ne favoriscono l’eliminazione. La delicatezza della sua azione la rende un ottimo rimedio per bambini ed anziani.

Pronto soccorso gola: sollievo immediato con la malva
In caso di abbassamenti di voce e raucedine, per lenire l’infiammazione delle corde vocali si può ricorrere all’infuso di malva, da bere o da utilizzare per gargarismi più volte al giorno. A tale scopo si può preparare un infuso mescolando in parti uguali foglie e fiori di malva e di acrimonia: 4 cucchiai da tavola della miscela vanno poi versati in 500 ml di acqua, portando all’ebollizione per 2 minuti. Si lasci poi riposare – a fiamma spenta – per altri 10 minuti prima di filtrare. L’infuso potrà essere bevuto (2-3 tazze al giorno non troppo calde) oppure utilizzato per sciacqui e gargarismi.
Coltiviamola sul balcone…
Per questa pianta, molto comune allo stato spontaneo, la coltivazione è facilissima: se ne può preparare il semenzaio in inverno per mettere a dimora le piantine all’inizio dell’estate (giugno) o seminare direttamente in terra a primavera. In quest’ultimo caso è bene diradare le piantine appena saranno ben sviluppate, assicurando uno spazio di almeno 25-30cm tra una piantina e l’altra.
Quando raccoglierla
Tra giugno e settembre se ne raccolgono sia i fiori (appena aperti o in boccio) che le foglie più tenere (prelevandole preferibilmente al mattino).
Come conservarla
Le parti raccolte vanno essiccate in strati sottili all’ombra, in locale aerato e asciutto. Le foglie si possono conservare anche in sacchetti di carta o di tela, i fiori vanno ben protetti dalla luce, in contenitori di vetro scuro.
Come utilizzarla al meglio
Come infuso, se ne utilizza 3g (circa 2 cucchiaini da tè) per una tazza d’acqua bollente, lasciando in infusione 10 minuti prima di filtrare. Se ne consuma una tazza per 2-3 volte al giorno in caso di tosse, raffreddore, stitichezza ed infiammazioni intestinali.
Come alimento: Fiori e foglie tenerissime possono arricchire le insalate con il loro colore e sapore ed insaporire, finemente tritati, minestre e risotti.
Anche per uso esterno
Le foglie ed i fiori della malva, per le loro proprietà addolcenti , nutrienti, idratanti ed antinfiammatorie possono essere utilizzate per preparare impacchi (geloni, eritemi, ematomi, stomatiti e congiuntiviti) o gargarismi (afte, gengiviti, mal di gola).
A tal fine, si preferisce utilizzare il decotto, preparato mettendo un cucchiaio da tè di foglie essiccate in una tazza di acqua fredda, portando quindi all’ebollizione per 3-5 minuti prima di spegnere. Si attende altri 10 minuti prima di filtrare. Far raffreddare prima di applicare sulla pelle ricorrendo a garze in cotone. Aggiunta al bagno aromatico, la malva, realizza un’azione emolliente ed idratante ideale per pelli secche e fragili.
Qualche cautela
Pur trattandosi di una pianta sicura, è bene – in mancanza di dati specifici – evitarne l’uso in gravidanza e durante l’allattamento. Inoltre, per il loro contenuto di mucillagini, i preparati di malva potrebbero ridurre l’assorbimento dei farmaci e quindi la loro efficacia. Per cautela è preferibile assumere i preparati di malva almeno 1 ora prima o 2 ore dopo l’assunzione dei farmaci.
Il mito racconta
La malva, proprio come il girasole e la calendula, è una pianta eliotropica, segue cioè il movimento del sole nel cielo orientando i suoi grandi fiori rosa-violetti. I filosofi della scuola pitagorica, infatti, la ritenevano una pianta sacra – consacrata ad Apollo, divinità solare – capace di mettere in connessione il mondo celeste e quello terreno. La sua fama rimase invariata attraverso i secoli, tanto che alcune antiche tradizioni popolari suggeriscono l’uso – come potente talismano protettivo – di un pezzo di radice, avvolto in un panno di colore scuro, da tenere a contatto con la pelle, mentre i suoi rami venivano interrati davanti alle porte delle stalle, per evitare incantesimi e malefici, ma anche per impedire alla streghe di rubare il latte.
Curiosità
I fiori della malva rappresentano uno dei rimedi della floriterapia francese (Mauve) e californiana (Mallow): strettamente legato alla trasformazione che accompagna i cicli della vita – ma anche allo sviluppo della fiducia, nella vita sociale e nell’amicizia – il fiore di malva è indicato per le persone timide, che tendono ad isolarsi e si mostrano orgogliosamente chiuse verso il prossimo. E’ molto utile per coloro che hanno difficoltà ad iniziare e conservare le amicizie. Risulta efficace sia in età avanzata – per superare la paura della vecchiaia e la depressione che spesso ne deriva – ma anche nella pubertà, per ridurre l’insicurezza legata ai mutamenti fisici ed emozionali.

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Stefania La Badessa

Stefania La Badessa

Stefania La Badessa, nota sul web con il nome del suo alter-ego Fitogirl, è una farmacista calabrese, scrittrice, pubblicista, esperta di piante medicinali e medicine complementari – note fino a qualche tempo fa come “alternative” e più recentemente definite “integrate” – che poi è una definizione generica per racchiudere tutte le varie tipologie di cura naturali, dall’omeopatia all’ayurveda, dall’agopuntura al reiki.